venerdì 27 dicembre 2013

La bilancia tra STORIA e LEGGENDA

Le prime testimonianze della bilancia si perdono nelle epoche più remote della storia del genere umano. 

Origini leggendarie

Sulle origini di questo semplice quanto ingegnoso strumento e sul suo presunto "inventore" sono fiorite in passato le più bizzarre leggende. Leggende che oggi fanno sorridere, ma che un tempo venivano prese molto sul serio e inducevano gli eruditi a perdersi nelle più astruse e complicate elucubrazioni. 

Così c'è stato chi ne ha attribuito la scoperta a Palamede, ritenuto inventore anche del faro, dei numeri e dell'alfabeto greco, chi a Fidone, re di Argo, a cui viene anche assegnata a coniazione della prima moneta ellenica, chi ancora a Sidonio, a Mosè, al dio Thot, a Ermes, all'Arcangelo Michele, a Mercurio, dio del commercio e dei ladri, a Fedone, filosofo greco vissuto fra il V e il VI secolo a.C. e fondatore della scuola elidense, chi al grande matematico Pitagora e chi addirittura a Caino! Una credenza, quest'ultima, come ha osservato giustamente di recente Ugo Tucci, radicata anche oltre i limiti della metafora e chiaro sintomo di quella diffidenza collettiva per i pesi e le misure, in quanto istituzioni sociali, che ha pervaso per lungo tempo la cultura occidentale. 

Bilancia a Bracci Uguali Egiziana, 3800 a.C. 
Origini storiche

Ma lasciamo il terreno della favolistica per portarci su della storia. Anche se i modelli più antichi, a noi noti, risalgono al 5.000 a.C. (Nakkada, in Egitto), quando le prime unità di misura prendevano a riferimento alcune parti del corpo umano come il piede, la spanna, il cubito, il palmo, il braccio, il pollice e molte altre ancora.  Inizialmente essa venne impiegata per pesare la polvere d'oro, i metalli preziosi in genere e, più tardi, anche le monete, ma non, come parrebbe ovvio pensare, per le transizioni commerciali. D'altra parte le stretta correlazione fra le monete e unità di peso si è protratta nel tempo. Nè sono un chiaro esempio le denominazioni di molte valute tuttora in corso: il Pound inglese (dal laino pondus = peso), la Lira (da libra, unità di peso, ma anche bilancia), la Dracma greca, la peseta spagnola, il Peso (che sta alla base del sistema monetario del Messico e di alcuni stati dell'America del Sud), il Marco che trae il nome dall'omonima unità ponderale, il valore pari a otto once, usata in varie reioni europee a cominciare dal Medio Evo e così chiamata dal marchio impressovi dai pubblici verificatori dei pesi. La più antica utilizzazione a scopo commerciale della bilancia pare invece sia da fare risalire attorno al 2500 a.C. presso la civiltà preariana degli Indi, fiorita nell'area settentrionale della penisola indiana, e forse anche presso alcuni insediamenti della Mesopotamia. La bilancia a bracci primitiva è costituita da un gioco orizzontale, inizialmente di legno ma anche di osso o marmo e poi metallo, con un perno centrale e due piatti alle estremità.
Marinus van Reymerswaele, Il cambiavalute e sua moglie,1539
La scoperta e la diffusione della bilancia rappresenta una tappa significativa nell'evoluzione dell'umanità, segna il passaggio da una civiltà primitiva dove ogni singola comunità famigliare vive a spese della natura utilizzando le risorse disponibili fino all'esaurimento e spostandosi quando queste vengono a mancare, a una cultura più evoluta, di aggregazioni dotate di senso socio-politico ed economico, con un proprio ordinamento e con esigenze di scambio dove la primordiale pratica del baratto non è più sufficiente a garantire equità per le parti. L'introduzione della bilancia e la prassi della pesatura vista come naturale successione del contare e misurare presuppone il raggiungimento di conoscenze tecniche e pratiche che dimostra il livello civile, culturale ed economico raggiunto.

Fonte 

Giovanni Tassinari, "Cento anni a Cento - Il peso delle bilance nei secoli", Ferrara, 1989.
Giancarlo Roversi; Cesare Bianchi; Mauro Bini, "La bilancia: un simbolo, un'arte, una storia di uomini" il Bulino, Modena, 1983

Nessun commento:

Posta un commento